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Lucani insigni 2012, Achille Patrizio Caputi

13 giugno 2013

Una vita dedicata allo studio. Il professore ordinario di farmacologia all’Università di Messina, originario di San Fele, ha al suo attivo 388 pubblicazioni scientifiche riportate su Medline

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(ACR) - “Perché mi premiate? Ho fatto semplicemente il mio dovere. Collaboratori validissimi hanno ampliato le mie capacità e devo a loro, indistintamente, il raggiungimento di importanti obiettivi”. Esordisce così il professor Achille Patrizio Caputi durante la cerimonia di premiazione dei Lucani insigni 2012. Un riconoscimento che va ad aggiungersi ad altri segnali di stima ottenuti nella brillante carriera di medico e professore ordinario di Farmacologia all'università di Messina.

Evidenti tracce di lucanità
Dalle sue parole, fin da subito, emergono alcuni tratti di lucanità: modestia, tenacia e generosità. Il percorso di studi e professionale di Caputi, originario di San Fele, è di quelli che richiederebbero intere pagine, corredato dalla laurea con lode all’Università di Napoli e dalla specializzazione in Farmacologia negli Stati Uniti. Partito nel 1964 dopo la licenza liceale conseguita presso il Liceo Quinto Orazio Flacco di Potenza, l’insigne lucano di strada ne ha fatta davvero tanta: è stato presidente della Società italiana di Farmacologia, vicepresidente della Società Italiana di Tossicologia e attualmente fa parte del Geriatric Ageing Group, del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Infettivologia Otorinolaringoiatrica e della sottocommissione farmacovigilanza dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Ha al suo attivo 388 pubblicazioni scientifiche riportate su Medline. Salito in cattedra a soli 34 anni, non è mai stato un docente universitario comune. Ha bisogno di limitare le distanze, sedersi talvolta tra i suoi interlocutori per intendere meglio il loro punto di vista, abituare gli studenti a considerare, e a far considerare, la presenza di molti cervelli in uno stesso luogo, per obiettivi comuni di studio e ricerca, un inestimabile valore aggiunto. Crede che quella del docente oggi sia essenzialmente un’attività di regia selettiva della miriade di conoscenze che avvolgono le nostre vite. Più che indicare unicamente contenuti, è preferibile partecipare obiettivi. E valutarne insieme il raggiungimento. Dietro le quinte, cura la preparazione degli studenti e osserva i nuovi farmacologi che crescono. Poi cerca di guidarli verso il mondo del lavoro, per non lasciarli soli di fronte alle contraddizioni di un sistema in cui la crisi è un dato di fatto ma anche, e contemporaneamente, un alibi per le aziende e le istituzioni scientifiche italiane che cercano talenti ma non sono in grado di riconoscerli. Da qui anche la scelta di Caputi di devolvere il premio in denaro a favore di studenti lucani iscritti alla Facoltà di Medicina per due motivi: investire in cultura ed evitare che un’intera generazione infili in valigia aspirazioni e coraggio e decida di andar via.

Una professione tramandata da padre in figlio
La medicina è nel Dna di famiglia. “Mio padre è stato sicuramente un esempio che ho forse poco capito quando ero giovane e da medico ebbe un onore che io non avrò mai: essere ricevuto da un pontefice. Pio XII lo ringraziò per aver curato da prigioniero, durante la Seconda Guerra Mondiale, gratuitamente oltre 48000 persone in Eritrea. E qui, precisamente a Hebo, Caputi è stato battezzato sulla tomba di un altro illustre lucano, San Giustino de Jacobis, missionario lazzarista, settimo di 14 figli di una famiglia di San Fele, morto nel 1860 e proclamato santo da Papa Paolo VI nel 1975. Duecento anni di distanza e il comune forte desiderio di aiutare i malati. Una professione quella di medico che può diventare una missione. Raccolto il testimone dal padre, Caputi è inorgoglito dai suoi tre figli. Uno di loro è già medico, lavora in Germania e fa parte dei cervelli in fuga. Il più piccolo, ancora adolescente, vorrebbe seguire la medesima strada e accompagna il papà in convegni e manifestazioni, familiarizzando con l’ambiente professionale. La figlia, invece, è diventata architetto e fotografo.

La scuola che non c’è più
Se Messina, l’Italia e il mondo gli hanno consentito di diventare una personalità di spicco nel settore farmacologico, forte resta il legame con la sua Basilicata tanto che, precisa Caputi, “il Premio Lucani Insigni è stato più emozionante di altri perché ha consentito un viaggio indietro nel tempo”. E’ stato come rivedere dal vivo alcuni luoghi e far prendere corpo ai ricordi che, con il trascorrere degli anni, si delineano sempre più chiari nella memoria. Amici e parenti vivono ancora in terra lucana e lo informano su cambiamenti e problematiche locali. Il professore torna periodicamente in Basilicata anche perché è direttore scientifico del primo Osservatorio regionale sul diabete (Basilicata barometer diabetes observatory - Bbdo), istituito lo scorso autunno a Lagopesole a seguito del recepimento del Piano sulla malattia diabetica approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. “Voglio ringraziare la Basilicata e se sono diventato quel che sono lo devo anche al monoliceo potentino, il Liceo Classico Quinto “Orazio Flacco”, dove mi sono formato e dove ho imparato ciò che più conta: il metodo per analizzare le situazioni e affrontare i problemi. Un insegnamento che mi ha formato, che mi avrebbe consentito di praticare qualsiasi mestiere e che ho sempre cercato di trasmettere a mia volta ai miei studenti. Ricordo tutti i miei professori, la loro preparazione e serietà che rendevano quel liceo un istituto scolastico prestigioso”. Affermando ciò con nostalgia Caputi sottolinea l’importanza dell’istruzione e le difficoltà in cui versa la scuola di oggi a cui non è più riservata la giusta attenzione da parte delle Istituzioni. E’ come se fosse stata accantonata davanti ad altre questioni ritenute più rilevanti. E da lucano che poteva insegnare in un ateneo del nord e invece ha combattuto 40 anni a Messina, il professore ribadisce: “tanti i giovani talenti che emigrano ed è difficile che rientrino in Italia. Non è una questione solo di soldi e di attrezzature ma di rispetto del valore della cultura, che non è presente in Italia a differenza di altri Paesi”.

La Basilicata e la farmacologia
La popolazione lucana e non solo, secondo l'ultimo censimento Istat, è sempre più over 65 (in 10 anni – dal 2001 al 2011 – si è passati dal 18,6% al 20,5%) e in aumento è anche il numero dei centenari (nel 2001 erano 43 e raggiungono quota 137 nel 2011). Popolazione che non soltanto invecchia ma che vuole anche invecchiare bene. E per migliorare la qualità della vita degli anziani ma anche dei giovani attraverso l'uso di farmaci, numerosi studi e ricerche sono stati compiuti da Caputi e dal suo staff che tra l’altro si è dedicato a diversi argomenti di ricerca quali la fisiopatologia del danno da ischemia e riperfusione; valutazione clinica e farmocinetica dei farmaci antidepressivi; farmacovigilanza, farmacoutilizzazione e farmacoepidemiologia.

Secondo Caputi, è necessario motivare i pazienti coinvolgendoli attivamente nel processo terapeutico e nel monitoraggio degli effetti positivi e negativi del trattamento facilitando l’aderenza alla terapia, la

Achille Patrizio Caputi

© 2013 - Achille Patrizio Caputi

sostenibilità delle scelte cliniche, l’ottimizzazione delle risorse economiche e le cure innovative. Gli anziani, in particolare, hanno spesso problemi di politerapia e di deficit cognitivo da risolvere attraverso un vero e proprio patto medico-paziente. Alla Basilicata, ma anche ad altre regioni del Sud Italia (Puglia, Calabria, Campania, Sicilia), poi va la maglia nera per l'uso di antibiotici. Si potrebbero risparmiare 413 milioni di euro secondo l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Eccesso di medicalizzazioni o effetto delle terapie fai da te? Tutte le regioni del Sud Italia sono al di sopra del numero delle prescrizioni di farmaci in base ad uno studio ad hoc condotto dall’Aifa, che colloca il nostro Paese ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici, preceduto solo da Grecia e Cipro e rileva anche un particolare aumento di consumo a livello ospedaliero, superiore a quello registrato in Francia. Si ricorre maggiormente agli antibiotici, circa l’80-90%, nell’ambito della medicina generale e, tra le principali cause di prescrizione, figurano le malattie delle prime vie aeree causate frequentemente da virus su cui gli antibiotici non hanno alcuna efficacia. Il consumo smisurato pesa inoltre sul bilancio statale poiché gli antibiotici sono farmaci forniti dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) a differenza dei generici il cui costo viene rimborsato. A parità di principi attivi, la scelta è orientata verso il farmaco più costoso. L'uso dei generici è di molto inferiore a quello degli altri Paesi e gli antibiotici rientrano in questo gruppo. “Alla base del problema - sottolinea Caputi – vi è la carenza di informazione sui generici che hanno la stessa quantità di principio attivo dei farmaci griffati. Fuori brevetto e quindi con venti anni di sperimentazione sul campo, sono anch’essi sottoposti a controlli, approvati dall'Aifa e sono uno strumento di sostenibilità del SSN”. La Basilicata ha però anche record positivi in campo sanitario. E' la prima regione ad aver istituito un Osservatorio regionale sul diabete con l'obiettivo di monitorare una patologia che presenta in regione un indice (8%) superiore alla media nazionale, secondo i dati 2010 dello studio di sorveglianza "Passi" che, nel pool di Asl partecipanti, ha registrato la percentuale (5%) delle persone che riferiscono di aver ricevuto una diagnosi di diabete, con un gradiente Nord-Sud che rileva il valore più basso (2%) nella Provincia Autonoma di Bolzano e quello più alto in Basilicata. Altro centro regionale di analoga importanza è quello di farmacosorveglianza, attivo dal 2001. Il principale obiettivo della farmacosorveglianza, attraverso il riconoscimento delle nuove Adr (Adverse Drug Reactions), è quello di offrire un precoce segnale di allarme.

“E' fondamentale – precisa Caputi - comunicare gli effetti collaterali di un farmaco. Spesso non lo si fa per evitare brutte figure. Invece, più segnalazioni costituiscono un prezioso input in quanto generano sospetto e consentono di effettuare nuove analisi e ricerche. Permane, purtroppo, il problema della precarietà di chi lavora nei centri di farmacosorveglianza regionali, spesso personale altamente specializzato e sottopagato”.

L’identificazione di reazioni o eventi avversi, dopo l’assunzione di farmaci, può manifestarsi anche da valori alterati di analisi chimico-cliniche, permettendo così di effettuare la diagnosi, di controllare l’avanzare di una malattia o la risposta a un trattamento o di procedere ad uno screening. E’ importante interpretare i dati di laboratorio come una sospetta ADR nella popolazione, soprattutto nelle fasce di età pediatrica e geriatrica, ad esempio la politerapia nella popolazione anziana o l’utilizzo indiscriminato di farmaci che non hanno alcuna indicazione pediatrica (off label).Questi ultimi sono farmaci già registrati ma usati in maniera non conforme a quanto previsto dal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (Rcp) autorizzato. In alcune situazioni cliniche può rappresentare un’opportunità per migliorare in modo rilevante conoscenza e terapia di alcune patologie, mentre un uso sistematico e diffuso della prescrizione off - label potrebbe esporre il paziente a rischi potenziali ed evitabili, nei casi in cui siano disponibili opzioni terapeutiche autorizzate.

Ai lucani non manca nemmeno la possibilità di ricorrere alle medicine naturali. Iperico, bardana, melissa, timo. Sono solo alcune delle 366 erbe medicinali reperibili nelle valli e sulle vette dell'area del Pollino, variopinto giardino botanico lucano decantato da tanti esploratori fin dai secoli XVIII e XIX tanto che la stessa etimologia del Monte Pollino sembra derivare da Apollo, dio greco della salute. Ma non si può fare di ogni erba un fascio. Il professor Caputi invita alla cautela e a prendere atto che naturale non è sinonimo di non rischioso: medicine non convenzionali, come infusi e fitoterapici, possono causare effetti indesiderati, reazioni allergiche e interagire con altri farmaci. (L.A.)

Fonti:

  • Istat: 15° Censimento generale della popolazione residente nella regione Basilicata
  • Agenzia Italiana del farmaco : www.aifa.it
  • Studio "Passi" 2010 - Sistema di sorveglianza per verificare direttamente i bisogni di salute percepiti dai cittadini
  • “Farmaci e Parametri Chimico - Clinici” , Achille Patrizio Caputi - Giuseppina Fava, Seed , Torino 2010
  • “Prescrizione off - label. Normative e applicazioni”, Achille Patrizio Caputi – Maria Rosa Luppino, Seed , Torino 2011
  

Redazione Consiglio Informa

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