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(ACR) "CONDIVISIONI" I LEGNI "IN RELAZIONE" DI PIERO RAGONE

08 luglio 2004

25 opere fino al 15 luglio esposte alla libreria potentina Fronteretro

© 2013 - ragone.jpg

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(ACR) - Incontrarsi, parlare, capirsi. Unirsi, più che dividersi. Scoprire le corrispondenze, gli elementi comuni, senza rinunciare alla propria individualità e alle diversità. Sembra questa l'idea di "condivisione" avanzata da Piero Ragone con la sua prima mostra di "legni in relazione", visitabile, fino al 15 luglio, presso la libreria di Potenza "Fronteretro", in vico Asselta (a pochi metri dal S. Gerardo di pietra, protettore della città). Un esordio salutato da molti consensi e da presenze significative sin dall'inaugurazione. Per Antonio Masini la prima uscita pubblica di un artigiano-artista sensibile, "giocoliere del legno, che si esprime con una linea sinuosa, morbida, arcana, in origine simile ad una collina, o ad un seno, oppure ad una parabola che talvolta si impenna, svolazza o si torce su se stessa". "Figure allusive, pensate a coppia – per il padre francescano Tarcisio Manta - che negli accostamenti sembrano evocare senso di complementarità, di segrete conservazioni, di complicità, nonché bisogno di reciproca protezione ed intime comunicazioni. Sagome stilizzate come proiezione di un sentire, di una segreta interiorità che anela alle cose belle e armoniose della vita. Forme ritagliate che trasmettono, con discrezione, sentimenti di partecipazione, amicizia, confidenza, cordialità della comunione, bisogno di reciproca accoglienza e protezione, speranza". Segni di carattere autobiografico anche per lo scrittore Domenico Mancusi, che trova le sculture e le "famiglie" di Piero Ragone "belle e discrete, intriganti e remissive, cariche di significati simbolici e umani molto vicini al carattere dell'autore, alla sua etica, alla sua poetica e alla sua spiritualità". Cosa sono, dunque, i profili segati, levigati e incerati da Piero Ragone, ricavati da semilavorati di doussiè, iroko, ayuos, rovere, abete? Innanzitutto "espressioni, figure in libertà, idee che prendono forma. Figure stilizzate, bozzetti umani, individualità non sempre definite che, comunque suggeriscono un'assimilazione con la persona - afferma Piero Ragone. Più spesso si tratta di "coppie, di relazioni ravvicinate, di atteggiamenti di intesa tra un lui e una lei che vantano già una discreta conoscenza reciproca. Lo studio delle forme, l'andamento curvilineo dei corpi, il disegno e il volume dello spazio tra le silhouettes interagiscono all'interno di un equilibrio e di una armonia che non è solo estetica e formale. Tutti gli insiemi plastici a cui ho lavorato contengono un punto di convergenza o di attrazione che bilancia le spinte e l'accenno di movimento espresso. Solo in pochi pezzi – precisa ancora Ragone – le linee divergono e allontanano i soggetti, o li lasciano in solitudine. In questo caso, la riflessione sul modo e sull'esito della comunicazione è più esplicito e inappellabile. In genere, però, le possibilità di dialogo e comprensione restano aperte e dipendono dalla volontà e dalla disponibilità dei singoli. Un rapporto d'amore o di amicizia, ovviamente, favorisce lo scambio che può raggiungere integrazioni simbiotiche e significativi allargamenti di orizzonte e di esperienza". Con queste precisazioni il titolo della mostra "Condivisioni" appare più chiaro. Sia per l'esplicitazione dell'azione di taglio, attraverso la lama che sega e separa; sia per il paradosso che sfata, nel momento in cui, rimettendo "in relazione" i singoli pezzi, ristabilisce un momento di ri-unione, messa in comune di linee, profili e caratteri che, nonostante la dualità, affermano l'unicità dell'individuo e della sua visione, del suo modo di pensare e immaginare. Una trovata di indubbio interesse, quella di accorpare manualità e intenzionalità, creatività e plasticità, per un giornalista che scrive di arte e quotidianamente si occupa del variegato mondo dell' informazione. (G.R.)

Redazione Consiglio Informa

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