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PROFESSIONI A RISCHIO, IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE EUROPEO

28 giugno 2003

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(ACR) - Devolution, federalismo amministrativo-fiscale, riforme programmatiche e gestionali: sono queste le tematiche attuali più dibattute e che, nel loro insieme, concorrono ad allestire uno scenario complesso e sfaccettato del nostro Paese. Le ricadute di questi nuovi atteggiamenti politici ed amministrativi sono, infatti, evidenti nel progressivo sconvolgimento a cui vengono sottoposte le professioni in genere. L'esigenza di adeguarsi rapidamente ai canoni europei di competitività culturale ed economica diventa, in tal senso, un limite più che un incentivo specialmente con le riforme messe in atto; la legge Merloni sui lavori pubblici e quella universitaria in primis. Queste variegate problematiche sono state al centro del convegno promosso dall'ordine degli Ingegneri e dalla Provincia di Potenza, tenutosi nella sala conferenze del Museo provinciale. Dal dibattito, aperto dal presidente regionale dell'ordine, Lapenna, è emersa la necessità di una maggiore rappresentatività della categoria tramite l'istituzione dei CUPP (comitati unitari per le professioni) a cui aderiscono 6.000 professionisti, come unico organismo che bypassa le competenze individuali con le parti sociali interessate. Tra i numerosi convenuti, il sindaco di Potenza, Fierro, il quale ha esaltato il ruolo dell'ingegnere nell'azione di recupero e di rinascita dei centri storici dopo il tragico sisma del 1980. Questo evento – ha dichiarato - è stato il banco di prova per questa categoria che, oltre alla capacità culturale peculiare della propria professione, deve essere sensibile e recettiva nell'interagire con il contesto sociale in cui opera. Potenza, in questo preciso momento - ha aggiunto il sindaco - sta vivendo un periodo straordinario, simile a quello del post-sisma e sono in arrivo molti euro da parte dei PRUST. L'ingegnere ha espresso alcune considerazione sul "macchinoso ed ingarbugliato sistema politico dell'Italia". "Un Paese – ha dichiarato - che si vanta di essere la culla del diritto che, però, applica leggi incongrue o poco attinenti con la realtà nazionale. Una possibile risoluzione potrebbe essere costituita dallo snellimento burocratico e da una più coscienziosa responsabilizzazione dei cittadini attraverso l'informazione". In ultimo ma non secondario, la spinosa questione della riforma universitaria sulla quale è intervenuto il docente della facoltà di ingegneria Fiorentino. La riforma universitaria, con l'introduzione della formula del tre più due, ha sollevato molteplici critiche e seri dubbi sulla sua reale efficacia. Questa, infatti, causa quello che Luminoso ha definito -il soverchiamento della quantità del sapere a scapito della qualità che i singoli possono apportare con la loro esperienza. La necessità di lauree brevi, sebbene rientrino nell'ottica europea di velocità e competenza specialistica, intaccano e snaturano l'elemento "umano" e il sapere "a tutto tondo" delle singole professionalità. D'altro canto, Fiorentino ha messo in risalto l'apertura a 360 gradi del mondo accademico con quello del lavoro attuato grazie all'aumento dell'offerta didattica (che ha visto triplicare il numero delle immatricolazioni), con l'apporto di competenze extra –accademiche e l'istituzione di comitati di indirizzo. La facoltà di ingegneria è stata la prima nell'attuazione della riforma (quella che sfornerà migliaia di ingegneri "junior") nell'ottica di mettere al passo gli ingegneri italiani con i loro colleghi stranieri. Ciò che da più parti si auspica è che il binomio quantitativo-qualitativo non diventi disomogeneo a scapito delle capacità professionali che devono essere messe in grado di poter operare in stretta simbiosi con il territorio e con la società civile. (L.L)

Redazione Consiglio Informa

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