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Gioco d’azzardo patologico, una legge da applicare

29 dicembre 2015

Il testo approvato oltre un anno fa dal Consiglio regionale per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco

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(ACR) - Il 27 ottobre 2014 il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato una legge sulle “misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”. La legge, proposta dai consiglieri Romaniello (Gm), Galante (Ri) e Pietrantuono (Psi), è stata approvata dall’Assemblea consiliare all’unanimità. L’intenzione dei consiglieri proponenti e di tutta l’Assise è stata quella di offrire un sostegno alle persone affette da ludopatia che, come si legge sul sito web del Ministero della Salute, “non è solo un fenomeno sociale ma è una vera e propria malattia che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse”.

Secondo le fonti IPSAD 2014-IFC-CNR Pisa, Dipartimento politiche antidroga 2014, Agenzia dogane e monopoli di Stato, nel 2014 il denaro speso in Italia per il gioco d’azzardo “legale” ammonta a 84,5 miliardi di euro. Una cifra rilevante se si considera che questo dato è riferito alle sole somme spese negli esercizi legalmente riconosciuti. Più della metà di questi soldi, ben 47 miliardi, è stato consumato in slot e videolottery. Per lo Stato, gli introiti derivanti dal gioco d’azzardo ammontano a circa 8 miliardi di euro. Con questi numeri il gioco d’azzardo legalizzato rappresenta la terza industria italiana per fatturato. I dati analizzati per regione evidenziano che la Basilicata appare come una delle regioni in cui la spesa per giocatore è più bassa, posizionandosi al 18° posto con 120 milioni di euro, precedendo il Molise (85 milioni di euro) e la Valle d’Aosta (35 milioni di euro). Anche se il valore relativo alla Basilicata è il più basso tra quelli delle regioni del Sud, si tratta comunque di un elemento significativo considerando anche le difficoltà economiche e sociali di giovani e famiglie.

Tra le misure previste dalla normativa regionale ci sono l’istituzione di un Osservatorio regionale e del marchio "Esercizio de-slottizzato - Regione Basilicata". La legge prevede anche l’attivazione di un numero verde, il sostegno e il recupero sociale dei soggetti coinvolti, anche in collaborazione tra aziende sanitarie locali e Comuni, la realizzazione di campagne di informazione e comunicazione. In più, regolamenta l’apertura e l’esercizio dei punti gioco e prevede incentivi per i gestori che rinunciano all’utilizzo delle macchine da gioco.

“L’obiettivo fondamentalmente di questa norma - afferma il consigliere Romaniello - è quello di provare a strutturare, attraverso strumenti ben codificati, una serie di azioni destinate alla lotta alla dipendenza da gioco d’azzardo. Il nostro intento è quindi quello di costruire un sistema normativo e di relazioni in grado di fare tre cose: realizzare un’efficace prevenzione, contrastare la dipendenza, mettere in piedi attività in grado di curare e di riabilitare coloro i quali soffrono di questa patologia, considerando che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il gioco d’azzardo una vera e propria malattia”.

“Per l‘attuazione della legge - continua Romaniello - l’istituzione dell’Osservatorio regionale è fondamentale poiché rappresenta lo strumento di avvio, programmazione e coordinamento delle attività per il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo. L’Osservatorio, infatti, serve a delineare un mappatura della situazione nella nostra regione visto che ci troviamo ad affrontare un fenomeno che tiene conto anche della condizione sociale ed economica del territorio. In più ha il compito di coinvolgere anche le associazioni, che quotidianamente combattono contro questa patologia e le sue conseguenze, e i Comuni”.

“Vanno anche considerate - aggiunge il consigliere Pietrantuono - le attività di sensibilizzazione, che toccano soprattutto al Dipartimento della Sanità, e la questione dell’adeguamento dell’Irap. È necessario immaginare il meccanismo che renda possibile la dichiarazione di rinuncia all’utilizzo delle macchinette da parte degli esercizi, in modo da ottenere questo incentivo. Anche l’ideazione del marchio rappresenta un modo per fare rete, per sensibilizzare le coscienze e per dare un vantaggio a quanti rinunciano ad un facile guadagno sulla pelle dei cittadini, puntando così ad un’economia più responsabile”.

Se però a livello locale si è cominciato a definire un impianto normativo, come anche in altre regioni del Paese, a livello nazionale il Governo ha proposto l’apertura di 22 mila nuove sale da gioco. “È veramente singolare - afferma Romaniello - trovarsi di fronte ad un’ipotesi di questo tipo da parte dello Stato mentre sui territori si lavora per la realizzazione un’operazione di prevenzione. Ho avuto già modo di ribadire che questo è davvero un controsenso. Questa è una scelta totalmente sbagliata e non condivisibile e mi auguro che il Parlamento possa evitare di approvare questa norma. Il provvedimento - chiarisce Romaniello - rappresenta un’offesa alle centinaia di associazioni che in tutta Italia si battono contro il dilagare di un fenomeno che causa rotture familiari, fallimenti di attività ed anche episodi di autolesionismo che in alcuni casi sfociano nel suicidio”.

“Rispetto alla disciplina nazionale - evidenzia il consigliere Galante - la legge che abbiamo approvato è evidentemente in controtendenza. Nei momenti di difficoltà sono proprio le famiglie più deboli che ricorrono ad un’attività come quella del gioco. È a loro che noi dobbiamo pensare e anche a come contrastare questa chimera della vincita facile che non esiste, perché il vincitore è uno su milioni di giocate effettuate. Per questo credo che il nostro dovere sia quello di mettere in piedi una buona trincea per tutelare le persone in difficoltà e i giovani”.

La dipendenza dal gioco d’azzardo si fronteggia sul territorio anche grazie alla presenza e al lavoro prezioso di strutture pubbliche come i Sert e di cooperative e associazioni. Tra queste dal 2010 opera sui territori di Melfi e di Potenza l’Associazione di promozione sociale “Famiglie Fuori Gioco”. “La forza di questi gruppi - spiega Raffaella Lombardi, assistente sociale e volontaria dell’associazione - sta nel fatto che i componenti diventano una famiglia, si sostengono a vicenda anche al di fuori del nostro incontro settimanale e sono pronti a supportarsi l’uno con l’altro nella realtà e nella vita di ogni giorno. A differenza delle comunità, infatti, queste persone continuano a vivere nella propria quotidianità e nella vita di ogni giorno devono mantenere l’astinenza dal gioco e dai soldi che non possono più gestire autonomamente. L’importante è cambiare lo stile di vita perché chi gioca perde completamente la percezione della realtà e, quindi, l’astinenza da gioco è importante per mantenere lucidità”.

A spingere al gioco, spiega Pietro Fundone, direttore del Dsm dell’Azienda sanitaria locale di Potenza, dirigente del Sert di Melfi e psicoterapeuta direttamente impegnato nelle attività erogate dal Servizio, è “l’idea di risolvere dei problemi. L’età delle persone che si rivolgono a noi va dai 18 ai 60 anni, quindi la fascia è ampissima. Sicuramente il gioco diventa la via di uscita più semplice da imboccare se si vive in un contesto in cui si gioca o in cui ci sono difficoltà economiche. Poi ci sono le condizioni individuali legate al gioco perché giocare gratifica e perché ci si sente padroni del mondo finché non si conosce il risultato. Il gioco d’azzardo è nascosto, si può fare da casa senza che nessuno sappia”.

“Queste persone - precisa Fundone - vanno aiutate su diversi fronti: sul versante legale, su quello economico e su quello individuale della patologia. Da solo quest’ultimo non serve a molto, a meno che non ci siano delle risorse economiche familiari che permettano di compensare i debiti. Vanno portate avanti azioni pratiche. Occorre un ufficio legale a cui rivolgersi che possa permettere un’azione che abbia senso sugli istituti finanziari, in modo tale da permettere a queste persone di fare un programma dilazionato che consenta al paziente di potersi dedicare alla propria cura. Bisognerebbe poi agire sulla diffusione delle macchinette nei locali. Penso sia molto importante riuscire ad incidere non solo sulla volontà dei gestori dei locali di non nuocere agli altri ma anche su un ritorno economico collegato alla rinuncia dell’utilizzo delle macchinette”.

Su questo versante la legge regionale stabilisce specifici incentivi destinati ai proprietari dei locali che decidono di non prevedere macchinette da gioco nei propri locali. Eppure, a più di un anno dalla sua approvazione, l’attuazione della legge si trova ad un punto fermo. “Bisogna essere onesti - evidenzia Romaniello - ad oggi ci troviamo allo stesso punto di quando la legge è partita. Questa situazione deve essere assolutamente superata e io per primo, in relazione con le altre forze politiche interne al Consiglio regionale, mi confronterò con l’assessore alla Sanità perché l’Osservatorio si insedi immediatamente e si cominci a lavorare. Mancando questo, non possono essere realizzate tutte le azioni previste dalla legge. Il dato negativo della nostra Regione è che riusciamo ad approvare norme anche abbastanza avanzate che però poi si scontrano con il ritardo, da parte delle strutture preposte, nel dare a queste piena attuazione. Tutti noi consiglieri chiederemo di rimuovere questo ostacolo. L’Osservatorio è il cuore dell’esecuzione di questa legge e per questo ritengo che sia assolutamente fondamentale e indispensabile insediarlo quanto prima”.

Sulla stessa posizione il consigliere Pietrantuono che aggiunge: “Dobbiamo cominciare a fare rete sul territorio. Occorre non solo dare attuazione a questa legge ma provare anche, attraverso l’azione politica, a organizzare incontri sul territorio con i Sindaci, gli amministratori locali e le Associazioni di categoria per cercare insieme a loro di trovare la strada giusta tra la rinuncia ad un guadagno, che può apparire ancora più necessario in un momento di crisi come questo, e la consapevolezza che questi introiti si ottengono spesso sulla pelle delle famiglie”.

“Il nostro Consiglio regionale – evidenzia il consigliere Galante - è stato uno dei primi ad attivarsi su questo tema. La nostra normativa credo sia anche all’avanguardia nonostante, in sede di prima attuazione, potrebbe essere rivista per alcuni aspetti. Attendiamo che vengano istituiti dalla Giunta regionale l’Osservatorio e l’apposito ufficio che regolamenterà le attività da svolgere. L’aver previsto delle premialità nei confronti degli esercizi commerciali che bandiranno le macchinette mangia soldi è sicuramente un passaggio importante, come lo è l’aver stabilito l’apertura di questo tipo di esercizi ad una distanza minima dalle scuole, in modo da tutelare i più giovani. Credo che, una volta attuata la norma, i risultati non tarderanno ad arrivare”. (Va. Col. – ultimo aggiornamento 20 dicembre 2015)

Fonti:

Legge regionale n. 30/2014 (Misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico - G.A.P.)
http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/site/Consiglio/detail.jsp?sec=107173&otype=1150&id=1092584&anno=2014

Intervista a Giannino Romaniello, consigliere regionale (GM - Gruppo Misto)

Intervista a Paolo Galante, consigliere regionale (RI - Realtà Italia)

Intervista a Francesco Pietrantuono, consigliere regionale (PSI - Partito Socialista Italiano)

Intervista a Pietro Fundone, direttore del DSM dell’Azienda Sanitaria Locale di Potenza e dirigente del Ser.T. di Melfi

Intervista a Raffaella Lombardi, assistente sociale e volontaria dell’Associazione di promozione sociale “Famiglie Fuori Gioco”

Articolo di Gian Antonio Stella “Il gioco d’azzardo invade l’Italia”
su www.corriere.it

Sito web del Ministero della Salute
www.salute.gov.it 

Redazione Consiglio Informa

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